Quali sono le due emozioni che più di tutte ostacolano la tua felicità?
- veronicagriguoli
- 26 gen 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Se avrai aperto questo articolo ti starai chiedendo quasi sicuramente se troverai una risposta al suo interno. Continua a leggere e lo scoprirai.
Partiamo con una definizione molto semplice di EMOZIONI, si tratta di processi formati da più componenti che hanno un decorso temporale e sono attivate da stimoli interni (ricordi, pensieri, immagini mentali) o esterni (cambiamenti del proprio ambiente).
Le emozioni sono il segnale che qualcosa è cambiato, intorno a noi o dentro di noi.
Spesso siamo convinti che le nostre emozioni siano in contrapposizione alla razionalità, in realtà si tratta di un falso mito, già le ricerche condotte negli anni '50 evidenziavano delle interconnessioni tra emotività e razionalità.
Le emozioni nascono in seguito ad una valutazione cognitiva più o meno cosciente degli stimoli attivatori.
Arrivato a questo punto, ti starai chiedendo se, le emozioni che provi oltre a dirti che c'è stato un cambiamento, vogliano trasmetterti anche qualche altro messaggio. Ebbene, tutte le emozioni hanno un proprio scopo; in particolare due di queste la tristezza e l'ansia rappresentano alcune volte un ostacolo alla nostra felicità.
Per capirci meglio, devo farti una premessa su queste due emozioni molto diffuse. Iniziamo dalla tristezza: la TRISTEZZA è un’ emozione che manifestiamo in seguito a una serie di eventi sfortunati, dall’esito nefasto, rispetto ai quali non riusciamo a individuare nessuna possibile alternativa. Per questo, quando perdiamo qualcosa a cui teniamo, l’umore precipita e ci critichiamo in modo negativo per non aver saputo affrontare adeguatamente la situazione.
Tutto questo è accompagnato da continue lamentele e recriminazioni sempre rivolte verso se stessi, nella percezione di non aver fatto abbastanza e per questo di non avere alternative.
Una persona triste non ha più slancio sia da un punto di vista relazionale sia sociale, per questo preferisce la solitudine in cui continua a pensare e ripensare a quello che ha perso.
Ci sono ovviamente varie intensità di tristezza; si parte dalla nostalgia fino ad arrivare alla vera e propria depressione.
Attenzione! La tristezza non è depressione. Quest’ultima è una patologia molto più invasiva e quantitativamente più invalidante. Porta ad avere una visione negativa di se stessi, del mondo e degli altri. Dalla depressione non si esce semplicemente con un atto di volontà ma, tramite la psicoterapia e in alcuni casi ricorrendo alla terapia farmacologica.
Se sembra chiaro che con la tristezza verremo proiettati verso il nostro passato e verso ciò che abbiamo perso; con l'ansia invece, siamo catapultati nel futuro.
L'ANSIA infatti, si scatena quando si fanno irrazionali previsioni negative e catastrofiche, è generata dagli stessi circuiti cerebrali della paura. Quando proviamo paura però siamo spaventati da qualcosa di reale. Se dovessimo affrontare un incendio è normale provare paura, mentre se siamo convinti che allontanandoci da casa subiremo un incidente perché non ci troviamo nel nostro quartiere, allora parleremo di ansia e non di paura.
L’ansia, però, potrebbe presentarsi anche senza un motivo apparente, manifestandosi in modo eccessivo e privo di ogni controllo. In questo caso si otterrà una risposta eccessiva e sproporzionata, che innescherà sensazioni di ansia future.
In generale, i pensieri che possono generare ansia sono:
-Sopravvalutazione del pericolo e della minaccia.
– Sottovalutazione delle proprie capacità di affrontare una situazione.

Come avrai capito queste due emozioni rappresentano un vero ostacolo alla tua felicità perché ti portano a vivere un tempo altro, lontano da quello che è il PRESENTE, da cui puoi sempre ripartire per imparare ad ascoltarti.
A presto!
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